La gloria di Dio e il bene delle anime

Padre per gli orfani
C hi scorre la vita del Beato Luigi M. Monti o viene a contatto con le opere nate dalla sua carità nei confronti dei fratelli più deboli o sofferenti, trova spontaneo richiamare alla memoria la figura del Buon samaritano di cui parla la parabola evangelica tramandataci da San Luca.
Lui – l’uomo della parabola evangelica, che a dorso di mulo scendeva da Gerusalemme a Gerico – era un samaritano; l’altro, che i briganti avevano assalito, derubato, e lasciato semivivo sul ciglio della strada, era un giudeo. E per quanto tra giudei e samaritani non corresse buon sangue, pure quel samaritano, a differenza del sacerdote e del levita dell’antica legge, a quello spettacolo si impietosì, si fermò, gli apprestò i primi soccorsi, lo fece salire sulla sua cavalcatura, e lo accompagnò alla locanda più vicina. L’indomani, dovendo proseguire il suo viaggio, lo raccomandò al locandiere, gli anticipò due denari, assicurandolo che avrebbe saldato il conto al suo ritorno.
L’uomo che incappò nei ladroni sta a significare l’umanità aggredita e ferita in Adamo; il buon samaritano sta a dire il Verbo di Dio fatto uomo, sceso dal cielo fino a noi a cavallo della natura umana, che si è commosso alle nostre miserie, che ha curato le nostre piaghe, che ci ha affidati alla Chiesa, anticipando per noi due denari: vale a dire i sacramenti del battesimo e dell’eucaristia, per la nostra salvezza.

Padre Monti in tutta la sua vita si pose al seguito di Cristo, buon samaritano, per un aiuto ai fratelli malati nel corpo e nello spirito. Va – disse Cristo al dottore della legge che lo aveva interrogato su chi fosse il suo prossimo -, e fa anche tu lo stesso. Nel fratello infermo la fede ci fa ravvisare Cristo che soffre, e come tale lo raccomanda alle nostre cure.

“La vittoria, ossia la gloria, non è di chi comincia, ma di chi persevera sino alla fine!
Umiltà, pazienza, preghiera, modestia e fuga dalle occasioni, la vittoria è sicura”.
(Padre L. Monti)

Fin da Bovisio la visita ai malati era inclusa nelle opere di misericordia cui si dedicavano i membri della Compagnia dei Frati, e quello che era solo un germe fiorì poi in vite totalmente donate alla cura e al sollievo dei sofferenti.
Missione principale dei Concezionisti è la gloria di Dio e il bene delle anime e lo esercitano particolarmente nell’assistenza agli ammalati, nell’educazione della gioventù e nelle opere missionarie. Per ottenere questo la Congregazione offre ai suoi membri la possibilità di specializzarsi in vari campi del sapere: teologia, scienze, medicina, lettere, ecc. Base dell’apostolato caritativo dei Concezionisti è la dedizione fraterna aggiornata con le più recenti specializzazioni della scienza e della tecnica, e lo spirito di famiglia che si manifesta particolarmente nel rapporto tra superiori e sudditi, tra gli stessi membri delle comunità, con gli assistiti e in ogni altra relazione umana.

La Congregazione considera suo massimo impegno promuovere nei propri membri lo sviluppo integrale della persona con una formazione religiosa apostolica, dottrinale e tecnica, adeguata agli scopi che professa ed al tempi che si vivono nella società e nella Chiesa. Con tale preparazione la Congregazione intende rendersi sensibile alle esigenze della società e disponibile alle indicazioni della Chiesa, portando la propria azione nei settori e luoghi dove la società ne ha più bisogno.Chiamati da Dio a seguire Cristo nella carità, i Figli dell’Immacolata Concezione vivono come unica vocazione quella di servire l’uomo. La missione ospedaliera ed educativa convergono all’unico fine della carità, operando con pluralità di forme e di mezzi: “per quanto siano diversi di nazione e di Provincia, di Paese e di sangue, nulla deve esservi che indichi divisione”.
E’ la diaconia della carità, che si fa carico della crescita di ogni categoria di persone, specialmente quelle più povere, in un cammino di liberazione e di promozione umana e spirituale.